Tra libri e gloria: il doppio traguardo dei talenti sportivi
Nel mondo dello sport giovanile di alto livello, la fama può arrivare all’improvviso, ma restare con i piedi per terra è un’altra partita da vincere ogni giorno. Sempre più giovani atleti, pur catapultati sotto i riflettori internazionali, scelgono di non abbandonare il percorso scolastico. Non lo fanno solo per un senso del dovere, ma per la consapevolezza che la formazione è parte integrante della loro crescita personale e professionale. Tra i banchi e le gare, tra allenamenti e interrogazioni, si muovono con determinazione ragazzi come Kimi Antonelli, Lamine Yamal e Benedetta Pilato: storie diverse, ma unite dallo stesso equilibrio tra sogno e responsabilità.
Kimi Antonelli, classe 2006, è il volto più promettente del motorsport italiano. Già nel programma Giovani Piloti Mercedes e accostato alla Formula 1 prima ancora del diploma, ha deciso di non abbandonare gli studi presso l’Istituto Tecnico Salvemini di Casalecchio di Reno. Con i professori ha instaurato un rapporto di reciproca fiducia: grazie a lezioni a distanza, materiali personalizzati e orari flessibili, riesce a seguire il programma nonostante le trasferte. Anche con i compagni mantiene un legame solido: tra scambi di appunti e messaggi di incoraggiamento, resta ancorato alla sua quotidianità scolastica, sebbene sembri quasi ironico condividere i banchi di scuola con chi il giorno precedente è a Melbourne, in Giappone o a Miami a disputare una gara di Formula 1 o a girare la serie The Seat per Netflix sul proprio debutto. L’atleta ha dichiarato scherzosamente che a volte, per tenere il passo con la matematica, si fa aiutare direttamente dagli ingegneri del team o dal suo compagno George Russell. Vive la preparazione all’esame di maturità con la stessa concentrazione che mette in pista: non come un ostacolo, ma come un obiettivo personale. È consapevole che nel motorsport non bastano il talento e la velocità: servono lucidità, cultura e capacità di ragionamento per prendere decisioni in pochi secondi, dentro e fuori dall’abitacolo.
Anche Lamine Yamal, stella del Barcellona e della nazionale spagnola, non ha rinunciato agli studi. Nato nel 2007, alterna le partite in Champions League a lezioni scolastiche seguite con l’aiuto di tutor e programmi personalizzati. Ha più volte dichiarato quanto la scuola lo aiuti a mantenere equilibrio mentale, anche nel caos del calcio d’élite.
Stessa determinazione per Benedetta Pilato, campionessa del nuoto classe 2005, che ha sempre portato avanti il percorso scolastico presso il liceo scientifico di Taranto, pur tra allenamenti, gare e trasferte. Mai cercato scorciatoie, solo organizzazione e tanto impegno, sostenuta da professori e didattica a distanza.
Questi giovani atleti non sono solo campioni nelle loro discipline, ma esempi di equilibrio e determinazione. In un mondo dove la fama spesso porta a isolarsi o a bruciare le tappe, loro scelgono di restare connessi a una dimensione quotidiana fatta di lezioni, verifiche e relazioni autentiche. Per questi ragazzi, studiare non è un dovere imposto, ma una scelta consapevole, perché una vittoria può durare un giorno, ma la cultura resta. E restare sé stessi, tra i banchi e sotto i riflettori, è forse la medaglia più difficile da conquistare.
Articolo a cura di Raffaella Mauro e Ilaria Palluotto
Immagini a cura di Chiara Cecere